Tassonomie stilistiche. Dior, femminilità e femminismo

Alessia Michelini

Fino al 31 Ottobre 2021 si terrà presso il Museo Christian Dior di Granville la mostra Dior en roses.
Un omaggio al fiore prediletto dal couturier, una retrospettiva del lavoro di Dior, un filo conduttore che si snoda tra ricordi d’infanzia, ispirazioni artistiche, estetiche e cromatiche. 
Ogni sala esplora il legame tra Dior e la rosa in maniera diversa: dai roseti dei suoi giardini al color rosa delle sue collezioni haute couture. Per non parlare della famosa silhouette a Corolla e del collegamento tra arte, natura e moda, visibile tanto nei suoi abiti ispirati agli amici artisti, quanto nel richiamo all’arte sacra tramite i motivi della rosa trattata in lamé d’oro. 

L’ispirazione floreale è da sempre uno dei capi saldi della moda Dior, ma cosa c’è dietro la creazione della cosiddetta “donna fiore”? È ancora possibile associare un marchio come Dior solamente a questo? Come si è evoluta la dialettica tra la femminilità e la moda nel lavoro della Maison? 

Christian Dior presentò la sua prima collezione nel 1947 e fu un successo. 
C’erano abiti dalle vite segnate e gonne ampie fino al ginocchio, corsetti, plissé, ricami. La giacca Bar, di shantung di seta cinese, rappresentava un nuovo stile, definito da Carmel Snow “New Look”. 

Abito da sera, collezione Haute Couture p/e 1951 / ©Association Willy Maywald

 La guerra era terminata solamente due anni prima, le industrie erano ancora in fase di ripresa. La moda non era sicuramente una priorità; eppure, Dior riuscì a rilanciare l’industria tessile francese e ad aprire le porte ad un nuovo stile: le linee squadrate, semplici e mascoline degli anni precedenti furono spazzate via dai nuovi modelli. La linea Corolle riecheggiava, tramite l’immensa gonna, i petali di un fiore. La linea En 8 era invece caratterizzata da una gonna a matita che abbracciava i fianchi. Ne risultava l’immagine di una donna dalla vita stretta, segnata all’altezza del busto e dei fianchi. Era una donna che trasmetteva delicatezza: bella e fragile come la corolla di un fiore, raffinata come una principessa. 

Sia negli outfit da giorno sia nei bellissimi abiti da sera, Dior evocava una femminilità nuova. Come sottolineato dalla Mostra Dior en Rose, infatti, il fiore rappresenta il mezzo per far entrare la donna nel mondo da sogno di Dior. I giardini del couturier hanno ispirato sia le forme che i colori e i motivi degli abiti. Il rosa diventò il colore che evocava l’infanzia, la pacatezza, l’eleganza come nel modello Chérie, ma anche la favola, come nel vestito da sera Miss Dior, dove i fiori diventarono decori meravigliosi e gioiosi. 

Abito da sera Miss Dior, collezione Haute Couture p/e 1949 / © Laziz Hamani

Alla sua morte nel 1957, Christian Dior lasciò nelle mani del suo delfino Yves Saint Laurent un lavoro creativo senza uguali. Dal 1960 la direzione è passata a Marc Bohan, poi nel 1989 a Gianfranco Ferré. Ma è con John Galliano che Dior apre un nuovo capitolo della sua storia.

Fu l’inizio della nascita di un impero. Una moda lussuosa, femminile, dal gusto quasi ottocentesco e l’amore indiscusso per il tessuto. Un’evoluzione continua nelle linee: dal New Look, alle linee di tipo grafico come “Zig Zag”, “Cyclone”, “Trompe-l’oeil”, fino a quelle verticali “H”, “A” e “Y”. 

Abito da cocktail collezione p/e 1956 / © Laziz Hamani

La moda Dior era inconfondibile: costruzione degli abiti, abbondanza di ricami, ricchezza nelle stoffe, l’uso del tweed e del pied-de-poule per il giorno. Linee chiare e predilezioni per certi tipi di materiali non bastavano però a tradurre il codice Dior in una realtà sempre più cosmopolita e legata al gran pubblico. Fu così necessario un cambio di prospettiva: Galliano mantenne la filosofia estremamente lussuosa ed elitaria di Dior ma puntò sulla trasgressione, l’eccesso e lo spettacolo. Le sfilate di Haute Couture divennero uno strumento di grande comunicazione in quanto non solo erano eventi attesissimi e magnificenti (ogni volta Galliano si travestiva da un personaggio diverso) ma erano anche il motore di rappresentazione di un’alta moda che tornava a far sognare. 

Con Galliano, inoltre, il marketing si orientò sia verso un pubblico elitario sia verso un prêt-à-porter legato non più alla borghese romantica ma alla donna ribelle, sfrontata, libertina seppur affascinata dai segni del lusso. 
Fu così che la Maison si concentrò verso un target più massivo aprendo le porte agli accessori. Per avere un’idea fu John Galliano, nel 1999, a creare la famosa borsa Saddle, oggi rivisitata e considerata must have di ogni stagione. Galliano reinterpretò anche la Lady Dior, it- bag nata nel 1994 (precedentemente alla sua direzione creativa) e dedicata a Diana Spencer. 

Borsa Lady Dior, John Galliano, 2000 / ©Benoit Croisy

Ma la moda Dior non si è limitata a questo: sotto Maria Grazia Chiuri, è stato inaugurato un nuovo paradigma. Durante la sua prima sfilata nel 2016, la designer romana presentò magliette con slogan femministi e gonne di tulle. Fu scandaloso per un marchio couture come Dior. Eppure, nel 2019 gli affari del brand, secondo Business of Fashion, sono aumentati del 26% rispetto all’anno precedente. Un fattore che denota come la nuova direttrice creativa sia riuscita da subito a legarsi a prodotti che piacciono anche in virtù dei messaggi che trasmettono.  

Il marchio Dior con Chiuri ha sviluppato una moda che dialoga con il sociale. La moda è diventata un mezzo per comunicare, per unirsi, un modo per presentare la propria identità. Come abbiamo visto Dior si è sempre posto come marchio luxury, l’approccio di Chiuri è però nettamente più inclusivo. Questo nuovo appeal si riflette sul brand positioning e incide in termini di target. Il posizionamento dopotutto è fondamentale per identificarsi in un marchio in quanto è risaputo che i consumatori vogliono rivedersi nell’immagine che il brand propone. 
Per anni Dior ha proposto un’immagine di donna idealizzata, perfetta, femminile. Si pensi solo alle numerose pubblicità del profumo J’Adore con una Charlize Theron che si presenta sempre come bellezza divina e seducente. Maria Grazia Chiuri, invece, ha cercato e cerca di trasmettere immagini femminili più contemporanee: sia collaborando con artiste, fotografe, sarte, sia avvicinandosi ad una moda che generi un senso di appartenenza. Ne consegue un linguaggio molto più globale e attuale, un pubblico molto più fresco e giovane. 

Abito di tulle brodé collezione prêt-à-porter, p/e 2020 / © Laziz Hamani

Maria Grazia Chiuri è stata la prima donna a dirigere la Maison Dior, un impegno che sta portando tra innovazione e ripresa: essa riesce ad essere allo stesso tempo inedita e rispettosa dei codici stilistici della Maison. Nell’ ultima collezione Dior Haute Couture Autunno-Inverno 2021-2022, tra gli intenti della designer spicca quello di voler risollevare l’economia tramite l’uso di tessuti pregiati riccamente ricamati, proprio come fece Monsieur Dior per rilanciare l’industria tessile francese dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se la pandemia ha avuto un effetto devastante sui lavoratori del tessile, la collezione cerca di dar vita ad abiti da sera dalle semitrasparenze fluttuanti: plissettature, piume, tagli di sbieco, profondi scolli, ricami. 

Dior non smette di essere una Maison romantica, elegante e chic ma si rafforza a contatto con la modernità, con la consapevolezza del valore etico della moda. La femminilità di Dior si declina nel nel femminismo della Chiuri in una visione di sorellanza, identità e libertà d’espressione senza mai profanare il lavoro della casa di moda, dando nuova vita al suo Dna.
Note
Je souhaite remercier le Musée Christian Dior pour les photos et le matériel donné. 
Le musée, dans la Villa Les Rhumbs à Granville, achetée par le parents de Christian Dior en 1905, offre rétrospectives  sur le travaille de Monsieur Dior et conserve plusieurs pièces des collections pour faire connaitre l’œuvre du couturier.

Lascia un commento

We use cookies to personalise content and ads, to provide social media features and to analyse our traffic. We also share information about your use of our site with our social media, advertising and analytics partners. View more
Cookies settings
Accept
Privacy & Cookie policy
Privacy & Cookies policy
Cookie name Active

Who we are

Our website address is: https://www.beunnatural.it.

What personal data we collect and why we collect it

Comments

When visitors leave comments on the site we collect the data shown in the comments form, and also the visitor’s IP address and browser user agent string to help spam detection. An anonymized string created from your email address (also called a hash) may be provided to the Gravatar service to see if you are using it. The Gravatar service privacy policy is available here: https://automattic.com/privacy/. After approval of your comment, your profile picture is visible to the public in the context of your comment.

Media

If you upload images to the website, you should avoid uploading images with embedded location data (EXIF GPS) included. Visitors to the website can download and extract any location data from images on the website.

Contact forms

Cookies

If you leave a comment on our site you may opt-in to saving your name, email address and website in cookies. These are for your convenience so that you do not have to fill in your details again when you leave another comment. These cookies will last for one year. If you visit our login page, we will set a temporary cookie to determine if your browser accepts cookies. This cookie contains no personal data and is discarded when you close your browser. When you log in, we will also set up several cookies to save your login information and your screen display choices. Login cookies last for two days, and screen options cookies last for a year. If you select \"Remember Me\", your login will persist for two weeks. If you log out of your account, the login cookies will be removed. If you edit or publish an article, an additional cookie will be saved in your browser. This cookie includes no personal data and simply indicates the post ID of the article you just edited. It expires after 1 day.

Embedded content from other websites

Articles on this site may include embedded content (e.g. videos, images, articles, etc.). Embedded content from other websites behaves in the exact same way as if the visitor has visited the other website. These websites may collect data about you, use cookies, embed additional third-party tracking, and monitor your interaction with that embedded content, including tracking your interaction with the embedded content if you have an account and are logged in to that website.

Analytics

Who we share your data with

How long we retain your data

If you leave a comment, the comment and its metadata are retained indefinitely. This is so we can recognize and approve any follow-up comments automatically instead of holding them in a moderation queue. For users that register on our website (if any), we also store the personal information they provide in their user profile. All users can see, edit, or delete their personal information at any time (except they cannot change their username). Website administrators can also see and edit that information.

What rights you have over your data

If you have an account on this site, or have left comments, you can request to receive an exported file of the personal data we hold about you, including any data you have provided to us. You can also request that we erase any personal data we hold about you. This does not include any data we are obliged to keep for administrative, legal, or security purposes.

Where we send your data

Visitor comments may be checked through an automated spam detection service.

Your contact information

Additional information

How we protect your data

What data breach procedures we have in place

What third parties we receive data from

What automated decision making and/or profiling we do with user data

Industry regulatory disclosure requirements

Save settings
Cookies settings