Intervista a Fondazione Bally per la cultura

La natura è stato il tema duemiladiciannove, scelto dalla Fondazione Bally per la Cultura per il Premio “Artista Bally dell’anno”, volto a incoraggiare e sostenere gli artisti del Canton Ticino. Quali sono state le ragioni principali di questa scelta?

Il tema è stato scelto, secondo la linea editoriale della Fondazione che intende porre, attraverso gli artisti uno sguardo sul presente e sui temi della contemporaneità, aprendo un dialogo a livello territoriale e internazionale, oltre che coinvolgere la sensibilità della collettività. La natura, l’ambiente e le risorse, sono oggetto di una discussione planetaria che porta noi tutti a renderci responsabili verso una maggiore consapevolezza e a un cambiamento nei comportamenti. Per questo, siamo convinti che sia utile una conoscenza approfondita del mondo naturale e dei rapporti che intercorrono tra uomo e natura, della realtà che ci circonda, che gli artisti, con il loro punto di vista, sono in grado di fornirci.

Il tema, nella sua ricchezza, così come delineato dalla Fondazione, offriva la possibilità di interpretazioni plurime ed espressioni variegate, come se la complessità dei fenomeni naturali, rivelata dalle teorie scientifiche moderne, fosse in linea con l’ampiezza di orizzonti dell’uomo e dell’artista. In questo senso la volontà della Fondazione di offrire ai partecipanti la possibilità di esprimersi con forme e linguaggi autonomi?

L’artista attraverso questo tema poteva esprimersi liberamente, riferendo la propria visione utilizzando le forme e i linguaggi ritenuti più idonei o più rappresentativi del proprio percorso di vita e artistico.

Per quale motivo si parla di “partecipazione” al premio e non di “concorrenti” al premio?

Non c’è un vero motivo. Sicuramente l’uso di questa parola è stato scelto perché l’artista che s’interessa ai temi proposti dalla Fondazione, entra a far parte di un ampio progetto e non solo di un’azione di promozione.

Vi è stato un rapporto tra la scelta del tema e il luogo del Canton Ticino, rinomato per le sue qualità paesaggistiche?

Per quanto riguarda il tema “Sulla natura del mondo” proposto dalla Fondazione per il Premio Artista Bally dell’Anno 2019, un influsso derivante dall’ambiente circostante è indubbio, anche se, si è voluto offrire un approfondimento a una tematica che riguarda l’intero pianeta e considerando il periodo di pandemia da virus Covid 19 che stiamo vivendo questa scelta, si è rivelata un’occasione per un’ulteriore significativa riflessione sulla complicata relazione che intercorre tra uomo e natura. 
Inoltre la natura da sempre ispira l’arte, il design, l’architettura e la moda e la Fondazione attraverso gli artisti ha voluto contribuire ad estendere lo sguardo su questa tematica di interesse comune. Il Con il tema di quest’anno, Premio Bally 2021: “Sloganismo e sloganismi”, la Fondazione ha voluto proporre un tema rivolto alla comunicazione. Lo slogan è una sintesi o il risultato di un processo comunicativo. L’arte può cogliere e sintetizzare attraverso un linguaggio capace di comunicare con intensità, tramite una costante ricerca di essenzialità e immediatezza tra forma, immagine e contenuto.

Quale dialogo sussiste tra l’universo Bally, rinomato per qualità e cura dei dettagli, e la Fondazione Bally per la Cultura? 

La Fondazione è un Ente indipendente, i fondi per la sua attività provengono interamente dall’azienda Bally.  Nata in Svizzera nel 1851, ha un ricco patrimonio di qualità e artigianato. Attraverso innovazioni e design pionieristici, il marchio Bally ha condotto collaborazioni che si susseguono nel tempo con designer iconici tra cui Robert Piguet, Roger Vivier e Pierre Cardin, designer famosi come Andrée Putman e architetti come Robert Mallet-Stevens, Sir David Chipperfield e Casper Meuller Kneer.
L’Archivio aziendale di Bally ospita anche oltre 1.000 poster e manifesti a partire dal 1910, realizzati da artisti di fama internazionale, tra cui Otto Baumberger, Werner Bischof, Federico Ribas, Bernard Villemot, Gunter Sachs, Pierre Augsburger, Hervé Morvan, Franco Barberis e Ricardo Cavolo.
Nel secolo scorso, Bally ha avuto un forte legame emotivo con artisti, designer e architetti lungimiranti, unendo le forze con alcune delle menti creative più audaci. La Fondazione Bally è un modo per continuare la vocazione di mecenatismo e di promozione della realtà artistica e culturale svizzera.

Il tema della natura, a Suo avviso, ha interessato e interessa il mondo della moda?

Certamente e da sempre e pensiamo che sempre sarà al centro dell’interesse e fonte d’ispirazione per i creatori.