Agnese Azzarelli
La donna di Lucia Mac Lean, diversamente dalla signorina Else di Arthur Schnitzler, è sì una giovine le cui emozioni e i cui pensieri fluttuano tra lo sconosciuto e il noto, ma non in un tumulto, in un coacervo di sentimenti contrastanti. E non a caso la fashion designer sceglie di ambientare la propria creatura a ridosso dell’acqua trasportata dalla corrente, su di una silenziosa battigia, rotta solamente dal rigoglio delle onde del mare.
Incuriosita dall’intricato intreccio tra moda e sentimenti, pensieri ineffabili, Lucia Mac Lean, consapevole di come e spesso non tutto ciò che vorremmo esprimere o che conserviamo gelosamente giunga allo stadio della coscienza, sceglie e paradossalmente di dare forma all’inconscio e al passaggio lieve o ripido come la scalata di un ghiacciaio, alle volte freddo e tagliente, indolore o estremamente doloroso.
Comincia così a studiare la psicoanalisi, attribuendo alla moda un effetto catartico; la moda come trait d’union tra il conscio e l’inconscio.
Ginosko Xenos significa conoscere uno sconosciuto e il paradosso è ancor più stringente quando quello sconosciuto siamo noi.
Tagliente e lucida come le sponde di un ghiacciaio, Lucia dà nome e forma a qualcosa che altrimenti rimarrebbe sul filo del mai detto, latente come le emozioni che, alle volte, ci rendono estranei a noi stessi.
La texture non si limita a parlare di questo, ma, a seconda della densità, presenta il conscio, il subconscio o l’inconscio.
«La moda va al di là del materiale ed entra in profondità, se glielo permettiamo»
Lucia Mac Lean