Alessia Michelini
Gioco, dimensioni ed assemblaggio sono le parole chiave per comprendere la collezione As a Game di Damiano Riccio. Un progetto in cui gli abiti si creano pezzo per pezzo, tramite l’unione di tessuti dalle tinte e forme eterogenee. Il principio della composizione è un concetto affascinante che si muove tra l’artistico ed il ludico: le famose composizioni astratte di Kandinskij, Klee, Mondrian e Rho sono il tentativo di riprodurre una realtà altra, legata alla purezza ed armonia universale. Negli studi pedagogici di Fröbel invece, la composizione è metodo tramite il quale i bambini riescono a reinterpretare il mondo. Tali influenze sono accomunabili al progetto As a Game, dove le forme geometriche, che costituiscono gli abiti, sono assemblate in modo tale da creare un gioco composito che permette il superamento della normale concettualizzazione dell’abbigliamento per creare soluzioni visive nuove ed impattanti.
Fashion Stylist e Image Consultant, Damiano Riccio è nato a Napoli, dove si è laureato in Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti. Il suo interesse per l’arte, intesa come una ricerca di bellezza nella sua massima forma espressiva, lo ha portato ad andare oltre le immagini, focalizzandosi sul fascino dei dettagli, sviluppando un processo creativo d’alta qualità. Nel suo lavoro, la compenetrazione arte-moda è pregnante e osmotica tanto che, nella collezione As a Game, sono chiari alcuni riferimenti all’arte di Daniel Buren che nel 2014-2015 ha esposto a Strasburgo, in un’intera sala, un’installazione concepita come un gigantesco Kindergarten a misura di adulto. Le dimensioni reali delle costruzioni per bambini hanno permesso ai visitatori di indagare un nuovo rapporto tra opera e realtà, trasformando l’ambiente in un cosmo ludico fatto di archi colorati e torri cilindriche. La modulazione dei blocchi dava vita ad una architettura che esisteva proprio in virtù della combinazione. Allo stesso modo Damiano Riccio ha concepito un processo di ricerca basato sull’assemblaggio ma traslato in un campo di studio diverso: il corpo.
I capi modulari vengono composti dando origine ad un gioco che entra in continuo dialogo con le forme del corpo, cambiandole senza mai delinearle ma costruendole, in creazioni diverse e interessanti. Come affermato dallo stesso creatore, la collezione As a Game vuole generare empatia tra capo indossato e chi l’indossa. Come un insieme di rotelle e bulloni creano un meccanismo eccezionale, così i blocchi colorati di tessuto generano pezzi unici e perfettamente “funzionanti” che proiettano l’indossatore in un universo di libertà e brioso incastro di colori e forme. Il goliardico mix crea abiti dalle strutture dinamiche ma anche fortemente equilibrate, riuscendo a compensare elementi qualitativamente diversi in maniera perfetta: i colori primari del giallo e del rosso si legano all’azzurro chiaro e al rosa pastello in un ritmo vitale dove il plus viene dato dalla luce riflessa dal pvc laccato, scelto come materiale principale dei blocchi di tessuto. La ricerca di Damiano Riccio ha come esito la creazione di capi poliedrici che determinano la riscoperta di noi stessi in relazione a ciò che vogliamo esprimere tramite gli abiti.
La nostra multipla realtà si lega ad una sovrapposizione di piani e sfaccettate prospettive. As a Game percepisce la stratificazione come un’eclettica composizione eterogenea “costantemente proiettata verso prospettive imprevedibili, un vero e proprio gioco da comporre, costruire, assemblare”.
Fröbel diceva che il gioco permette ai bambini di costruire il proprio sé, immergendosi in un mondo che li aiuta a rappresentare il loro io. L’importanza conferita ai volumi ha, in Damiano, la stessa carica espressiva, in quanto le costruzioni indossabili cambiano e si confanno al corpo in modo tale da creare sinergie armoniche, laddove sembrava impossibile.
Note
[1] Damiano Riccio, Concept As Game
Crediti
Creative Director: Damiano Riccio
Foto: Luca Cacciapuoti
Modella: Gaia Rossi
Make up: Marina Caragallo
Very energetic article, I loved that bit.
Will there be a part 2?
Hi Thomas, no this was a one-time article.